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I Marchesi D'Oria

L'antica e potente famiglia genovese dei D' ORIA è nota ovunque. Numerosi furono i guerrieri, gli uomini di mare valentissimi, i comandanti di flotta della Repubblica di Genova.

Il più noto fu senza dubbio Andrea Doria che riportò strepitose vittorie nel secolo XVI prima come comandante della flotta francese e successivamente della flotta spagnola di Carlo V.

Fu creato censore a vita dalla repubblica di Genova ed ebbe il titolo di " padre e liberatore della Patria ".

Non meno importante fu la sua opera compiuta in favore delle arti, la quale valse a determinare una gara tra la grande nobiltà che portò alla realizzazione di molti tra i più notevoli palazzi ed edifici di Genova.

Cotanta parentela fu forse non estranea alle attenzioni riservate dai Duchi Sabaudi al ramo cadetto dei D'Oria di Ciriè. Ed ora vediamo chi furono i Marchesi di Ciriè e del Maro, Conti di Prelà e Dusino, Signori di Valdichiesa e Gestico, Marchesi di Cavaglià e Conti di Faule (per successione).

Loro emblema fu lo scudo " troncato d'oro e d'argento all'aquila di nero, corona rostrata, membrata d'oro " (1) Credo si possa considerare capostipite della linea di Ciriè, tralasciando avi di più incerte notizie, Domenico che nel 1488 acquistò il Principato di Oneglia. Era sposato con la nobildonna Pareto De Mari Cibo.

Suo successore fu Stefano che sposò Brigida D'Oria ed ebbe sette figli, dei quali i primogenito fu Giovanni Girolamo I, protagonista della permuta con il Duca Emanuele Filiberto nel 1576.

Nelle generazioni che seguono saranno dodici i titolari del titolo di Marchese, mentre al cadetto andrà l'appannaggio del titolo di "Commendatore di Ripaglia".

Molti furono i Marchesi e molti i loro familiari ad avere prestigiosi incarichi civili, militari e religiosi o sponsali di altissimo grado.

Bisogna annotare per quanto riguarda le onorificenze quanto valore avessero. Esse erano patenti di estrema importanza che certificavano in modo palese i servizi resi alla casa regnante. In appendice sono descritte le peculiarità dei singoli Ordini.

à^ compito di più minuziosa araldica descrivere lo status di ogni personaggio, ma di alcuni è doveroso darne almeno qualche scarna notizia.

A Giovanni Gerolamo, permutante, succede STEFANO ANDREA che sposa Cristiana di Liechtemberg ed ha nove figli.

A questo succede GIANDOMENICO (1594/1649) che ebbe il grado di Generale delle Galee di Savoia e fu Gran Scudiere del Principe Maurizio. Fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine Supremo della S.S. Annunziata. Ebbe due mogli: Costanza Valperga di Masino, investita di Dusino e Valdichiesa, e Caterina Benso di Isolabella che fu "prima dama d'onore di Madama Reale".

Il primogenito di Gian Domenico fu il Marchese GIOVANNI GIROLAMO II (1629-1691) Gran Maestro di Casa Savoia, Gran Croce dell'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro, cavaliere dell'Ordine Supremo della S.S. Annunziata. Sposò Maria Scaglia di Verrua che fu Dama d'onore di Madama reale. Ebbe sedici figli, dei quali il decimo CARLO ALESSANDRO ELEAZARO fu Abate di S. Giusto, ministro, ambasciatore in Spagna, cancelliere del Supremo Ordine della S.S. Annunziata e Vicerè di Sardegna dal 1723 al 1726 dove condusse una delicata missione di mediazione con il clero locale a riguardo delle divergenze tra la Santa Sede e lo Stato Sabaudo.

A Giovanni Girolamo II subentrò il primogenito GIAMBATTISTA NICOMEDE che fu ambasciatore a Londra e successivamente governatore di Aosta. Sposò nel 1688 Margherita d'Este di Dronero.

Suo successore fu Giovanni Girolamo III (1690-1735) che ebbe due matrimoni: nel 1713 con Camilla Provana di Alpignano e nel 1724 con Teresa Costanza di Trinità . Ambedue furono dame di Palazzo Reale. Ebbe sedici figli dei quali ALESSANDRO ELEAZARO (1716-1802) fu l'erede del Marchesato.

Questo Alessandro fu generale di fanteria e governatore della Cittadella di Torino nel 1781. Fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine Supremo della S.S. Annunziata. Sposò Cristina Damiano di Priocca ed il loro primogenito fu il Marchese ANSELMO ALMANZOR (1758-1823) che ebbe il grado di Capitano delle Guardie del Corpo e fu insignito della Gran Croce dell'Ordine del S.S. Maurizio e Lazzaro e cavaliere della S.S. Annunziata. Sposò nel 1785 Carlotta dei Marchesi di Cavaglià .

Il loro primogenito ALESSANDRO LUIGI (1788-1828) ebbe l'investitura nel 1794 del Marchesato di Cavaglià . Ebbe incarico di Ciambellano del Principe Borghese e fu Barone dell'Impero Francese nel 1810. Decurione di Torino nel 1822. Ebbe tre mogli: Lucia del Pozzo della Cisterna, Adelaide Solaro del Borgo ed infine Luisa Arborio di Sartirana. Morì annegato nel laghetto del parco adiacente al Palazzo, dove, nel vano tentativo di salvare il Marchese, perì anche il suo guardiacaccia.

Il Marchese Alessandro Luigi succedette il figlio primogenito ANDRE ANSELMO (1811-1848), che morendo a 36 anni senza prole cedette il marchesato al fratello EMANUELE.

Il Marchese Emanuele (1826-1906) sposò Emilia Ferrero della Marmora e fu Sindaco di Ciriè nel 1856 e nuovamente nel 1889.

Nel 1905 ottenne che Ciriè assumesse il titolo di Città e si fregiasse dello stemma araldico. I1 Marchese Emanuele ebbe tre figli maschi e tre femmine. Due figli morirono in tenera età . Anche il terzo figlio, ANDREA (1858-1897) premorì al padre. Andrea sposò nel 1887 Giuseppina Filippi da cui nacquero nel 1888 Emilia, fattasi suora, e nel 1891 TOMMASO, che, morto in guerra nel 1918, fu l'ultimo discendente diretto dei D'Oria di Ciriè (2),

(1) Vedi nota in appendice "THEATRUM SABAUDIAE".
(2) Dati rilevati da Archivio Comunale - Archivio di Stato Sez. Riunite - Manno - Patriziato Subalpino. Archivio Parrocchiale S. Giovanni di Ciriè.