Autore | Ignoto |
Periodo | sec. XVII |
Tecnica | Olio su tela |
Dimensioni | 56,5 x 75,5 cm (ovale verticale) |
Cornice | non presente |
La scritta dipinta sopra la figura “Steffano. V. D’Oria. Mse di Ciriè, e Delmaro. 1591” era stata occultata, in epoca non precisabile, con una sottile stesura di colore ed è riemersa in seguito alla pulitura della superficie pittorica nel corso del restauro. Il cartiglio sul verso era stato invece cancellato con la sovrapposizione di uno strato di colore, ma la scritta è ancora leggibile per trasparenza. Il personaggio raffigurato porta un’acconciatura ed un’armatura tipiche di un’epoca successiva rispetto al periodo in cui visse Stefano. Questa incoerenza è riconducibile alla pratica, piuttosto frequente nelle quadrerie nobiliari, di modificare l’identità di alcuni personaggi, interni o esterni alla famiglia, rinominandoli con l’aggiunta o la sottrazione di scritte e cartigli, secondo le esigenze, allo scopo di ampliare o completare la galleria degli antenati.
Le date indicate sul verso della tela non coincidono con quelle riportate sull’albero genealogico.
L’indicazione V posta accanto al nome si riferisce alla successione dei Doria Signori di Oneglia. Stefano D’Oria è il secondo marchese di Ciriè.